Donne Riello per la Climatizzazione

Incontriamo Giovanna Germanò,
agente Riello dal 2018 per Salerno e parte della provincia

“La mia esperienza nel settore della termoidraulica nasce già all’Università, quando ho scelto di diventare un ingegnere termotecnico. In realtà, ho da sempre avuto una predisposizione per le discipline tecniche, sin da bambina. Nel 2006, mi sono diplomata al liceo scientifico e ho continuato gli studi all’Università di Salerno, laureandomi a pieni voti nel 2013 in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, con specializzazione in Risanamento Ambientale. Subito dopo aver fatto l’esame di Stato, ho avviato un mio studio tecnico di progettazione, dopo una breve esperienza presso un altro studio. Nel 2018, ho avviato la mia agenzia Riello, che ha sempre mantenuto un’impronta molto tecnica. Al momento siamo cinque persone, tre donne e due uomini, ma siamo in crescita”.

1. Come è nata la sua passione per la termoidraulica e la sua attività?

“La passione per la termoidraulica nasce negli anni dell’università, grazie anche a mio fratello che lavora nello stesso ambito e che mi ha facilitato nell’approccio alla materia. Durante la tesi triennale ho fatto un tirocinio sulle fonti rinnovabili presso un’azienda locale che tratta solare termico e ho successivamente vinto una borsa di studio sulla progettazione di fotovoltaico presso il Vaticano. In ultimo, ho fatto un Master in Casa Clima a Bolzano, e quindi ho poi continuato sulla strada della termoidraulica”.


2. Qual è la parte che apprezza di più del suo lavoro?

“Sicuramente l’aspetto positivo della nostra attività sta nel fatto che si tratta di un lavoro estremamente dinamico, dove difficilmente ci si annoia, sia per i rapporti interpersonali che creiamo quotidianamente con installatori e progettisti, sia perché è necessario essere continuamente aggiornati, dato che la materia delle fonti rinnovabili è in continua evoluzione sia da un punto di vista normativo che tecnologico.

Inoltre, è un lavoro che mi permette di gestire il mio tempo e il mio spazio, ma anche di lavorare in squadra."


3. Quali sono i maggiori ostacoli per una donna nel lavorare in un ambiente prettamente maschile e quale invece il valore aggiunto, le qualità che porta?

“La difficoltà iniziale è stata molta nel mio caso: purtroppo il pregiudizio esiste e si sente tanto. Le figure professionali con cui mi interfaccio, l’installatore, il progettista, il rivenditore, l’impresa sono in genere maschili. Inizialmente, non riuscivo ad affermare il mio ruolo, a impormi, a far capire la mia posizione. Poi, con il tempo, avendo dimostrato di essere una persona che porta avanti il proprio compito con serietà e impegno, è stato tutto più semplice. Però ho sofferto molto il pregiudizio degli altri, soprattutto quando sono entrata nel mondo del lavoro a venticinque anni e a ventotto quando sono diventata agente. Una donna deve in qualche modo giustificare la propria posizione e crea molta diffidenza negli altri. Con l’uomo questo non capita. Notavo una differenza, inoltre, nell’approccio: tra uomini si davano inizialmente “del lei” a me invece davano subito “del tu”; oppure venivo chiamata “signorina” e non per nome. Questi episodi mi hanno creato non poche difficoltà.

Il valore aggiunto che secondo me porta una donna, d’altro canto, è la capacità risolutiva, che sicuramente è molto più affermata in una donna rispetto a un uomo, proprio perché da sempre dobbiamo fare molta fatica per crearci una posizione, e questo ci porta a sviluppare una migliore capacità nel saper risolvere i problemi legati al nostro lavoro quotidiano. La donna ha una maggiore costanza e un approccio differente nella gestione delle problematiche che possono capitare: questo lo constato anche nelle altre donne presenti nel mio ufficio”.


4. Quali sono stati i fattori che l’hanno portata ad affermarsi nel suo attuale ruolo lavorativo? Riello l’ha supportata nella sua crescita?

“Sono sempre stata una persona molto caparbia e costante: quando mi fisso un obiettivo, faccio di tutto per raggiungerlo. Questo mi ha sempre condotto al successo dal punto di vista lavorativo e professionale. Inoltre, la costanza, lo studio e la formazione sono secondo me i fattori più importanti. La figura dell’agente oggi è infatti in evoluzione: l’agente, donna o uomo che sia, non può essere più visto solo come un semplice attore commerciale che conclude la vendita. L’agente di oggi deve dare un supporto al proprio cliente che vada oltre la vendita, un supporto formativo e informativo, oltre che tecnico. Tutti i giorni sentiamo parlare di incentivi, di obiettivi imposti dall’Unione Europea in materia di clima ed energia. Bisogna essere quindi sempre aggiornati. Noi agenti siamo i primi dopo l’azienda a interfacciarci con i clienti, per cui la costanza e l’informazione sono due elementi da cui non possiamo assolutamente prescindere.

Riello in questo mi ha aiutato tantissimo, l’azienda crede molto nella formazione. Attraverso corsi online e in presenza, ma anche attraverso un rapporto diretto con il personale dell’azienda, che si è sempre messo a nostra disposizione per darci tutto il supporto di cui necessitiamo”.


5. Cosa possono fare le aziende come Riello per avvicinare le donne alle discipline STEM e a posti di lavoro tecnico-scientifici come quello da lei ricoperto?

“Io credo che bisognerebbe intervenire già nelle scuole superiori, perché è lì che si sceglie la propria strada futura. Un’azienda come Riello dovrebbe andare quindi nelle scuole, soprattutto nelle scuole ad indirizzo tecnico.

Portare anche la testimonianza reale di persone che hanno fatto un determinato percorso, come sto facendo io adesso in questa intervista, può aiutare molto i giovani, soprattutto le donne. Far capire a una ragazza che il lavoro non è solo fare l’insegnante o trovare un lavoro part-time, ma che si può fare di più, che è possibile realizzare i propri sogni, senza dover rinunciare a costruirsi una famiglia o alla maternità. Attraverso la testimonianza di chi ce l’ha fatta è possibile motivare le ragazze. Anche le aziende dovrebbero muoversi di più in questo senso, evitando le differenze di genere e trattando equamente uomini e donne, anche a livello salariale”.


6. Cosa consiglierebbe alle ragazze/giovani donne che vogliono occupare un ruolo tecnico/scientifico?

"Consiglio alle ragazze di avere tanta pazienza, ma soprattutto di informarsi e formarsi; intraprendere in maniera caparbia la propria strada, non abbattersi alle prime difficoltà. Studiare una materia scientifica non vuol dire diventare uno scienziato: ci sono tanti spunti e tante sfaccettature nel mondo del lavoro. È necessario che abbattano gli stereotipi anche all’interno delle famiglie. Consiglio di studiare tanto e di credere sempre in ciò che fanno!"