1. Ci racconti un po’ del suo percorso, sia di studio che professionale, che l’ha portata a ricoprire la posizione attuale?
“Ho preso il diploma in Ragioneria nel 1998. L’azienda in cui attualmente lavoro era quella di cui mio padre era socio e questo mi aveva permesso, già negli anni precedenti al diploma, di fare qualche breve esperienza lavorativa durante l’estate; mio padre, infatti, teneva molto al fatto che “toccassi con mano” quello che sarebbe stato poi il lavoro.
Appena diplomata, vengo inserita in ufficio, per affiancare il socio di mio papà, dapprima svolgendo mansioni semplici, come la scrittura di brevi comunicazioni o la gestione di telefonate, per passare successivamente alla gestione delle spedizioni.
Dopo circa sei anni, mio papà va in pensione e decide di lasciare le sue quote a me e a mio fratello. Nel 2004, quindi a soli 23 anni, entro in società.
L’anno prima ero diventata mamma per la prima volta e nel 2005 per la seconda, con tutti i sacrifici che questo comporta. Grazie al supporto del nostro socio, però, che è stato per noi sempre un sostegno e un’ottima guida, pian piano sono cresciuta professionalmente. Sono passata all’ufficio amministrativo e successivamente all’ufficio finanziario.
Nel 2021 il nostro socio decide di lasciare l’azienda. A quel punto, per me e mio fratello si aprono due possibilità: o vendere tutto o continuare l’attività di nostro padre. Nonostante la crisi energetica, esplosa proprio in quel momento, e nonostante le nostre paure, abbiamo deciso di farci forza e continuare. Oggi, a distanza di due anni e mezzo, possiamo dire di essere soddisfatti e che, nonostante tutto, ci stiamo difendendo bene sul mercato, senza mai dimenticare la responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri trenta dipendenti e delle loro famiglie”.
2. Cosa l’ha spinta a lavorare in un ambiente tecnico-scientifico?
“Sicuramente nel mio caso sono un po’ state le circostanze. Ho seguito il percorso di mio papà. Se non avessi avuto questa possibilità magari avrei scelto una strada diversa, ma chi può dirlo? Comunque, in questo settore, con molta pazienza e sacrificio, i risultati poi arrivano e si vedono."
3. Quali fattori sia personali che di cultura aziendale sono stati fondamentali per la sua crescita in azienda?
“Sicuramente la tenacia e la curiosità sono i fattori principali. Avendo lavorato in vari dipartimenti dell’azienda, dall’amministrazione al finance, ho avuto modo di approdare nel mondo della finanza agevolata e mi sono innamorata di questa materia. Da sola ho iniziato a studiare e a imparare: quindi, la curiosità, la voglia di approfondire e il mettersi sempre in gioco sono fondamentali. Il tutto per il bene e la crescita dell’azienda”.
4. Quanto è importante lavorare in un contesto che valorizza la diversità e l’inclusione?
“Nella nostra azienda accogliamo sia persone straniere, che vengono accettate e rispettate come tutti gli altri, sia molte donne, per mansioni d’ufficio ma anche per mansioni più tecniche. Abbiamo in particolare alcuni ragazzi giovani su cui stiamo investendo molto. Cerchiamo di circondarci di persone che credano nell’azienda e che ci restino il più possibile. Quindi cerchiamo di fare di tutto per fare in modo che le persone stiano bene, anche offrendo loro flessibilità e massima disponibilità nel caso di conciliazione con la vita privata e familiare. Noi ci fidiamo dei nostri dipendenti e ci interessa solo che portino avanti le attività concordate”.
5. Quali sono state le sfide che ha affrontato nel lavorare in un ambiente prettamente maschile e quali invece le qualità che ha portato alla sua organizzazione?
“Sicuramente non è stato semplice. Mi sono trovata a volte soprattutto a interfacciarmi con ambienti maschili di clienti, dove hanno cercato di mettermi in difficoltà, ma nonostante tutto credo di essermi difesa bene. Le donne secondo me sono sicuramente più precise. Lo vedo con le mie dipendenti donne in produzione: quando dobbiamo selezionare dei materiali, preferisco che siano le donne a farlo”.
6. Cosa possono fare le aziende come Riello o come la sua per avvicinare le donne alle discipline STEM o al lavoro in contesti tecnico-scientifici?
"La nostra attività è molto difficile: la fonderia viene vista come un ambiente molto duro e noi facciamo molta fatica con la ricerca del personale in generale. Inserire donne in produzione in fonderia è veramente difficile, quasi impossibile, perché è spesso necessaria una forza fisica che le donne non hanno.
Ma ci siamo resi conto nel tempo che sempre più ragazze scelgono scuole con indirizzi tecnici, quindi poi l’inserimento in contesti come il nostro è più semplice. Io mantengo diversi contatti con il mondo della scuola e organizziamo parecchi stage per far conoscere la nostra realtà.
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