Donne Riello per la Climatizzazione

Incontriamo Marika Colosso,
agente Riello dal 2009 per Venezia e provincia.

“Il mio percorso lavorativo inizia nell’ambito del turismo: il mio sogno era lavorare nel turismo perché adoro viaggiare. Ho lavorato in questo settore per qualche anno, ma col tempo mi sono resa conto che il dover lavorare anche nei periodi di vacanza o nelle festività non era più compatibile con la mia vita privata. Per questo motivo ho scelto di cambiare lavoro. Per qualche anno sono stata responsabile commerciale all’interno di un’azienda del settore dei piccoli elettrodomestici per poi approdare nel mondo della termotecnica, per aiutare mio marito nella sua attività”.

1. Com’è nata la sua passione per la termotecnica e la sua attività?

“Ho iniziato questa attività nel 2009. Come dicevo, più che una passione, inizialmente è stata una necessità: mio marito, che aveva e ha tuttora una propria agenzia, aveva bisogno di una figura di agente e così ho deciso di provare a dargli una mano. Già prima di andare ufficialmente a lavorare con lui lo aiutavo, quindi conoscevo già molte delle persone con cui lavorava: installatori, progettisti ecc. Conoscevo quindi già abbastanza bene questo mondo”.


2. Qual è la parte che apprezza di più del suo lavoro e quale invece la più difficile?

“La parte più bella del mio lavoro è il rapporto con le persone: con la maggior parte degli installatori si è creato un vero e proprio rapporto di amicizia oltre che di lavoro. La flessibilità di poter anche lavorare da casa mi permette di conciliare la vita privata e familiare con quella lavorativa.

La parte più difficile, invece, è stata soprattutto all’inizio, quando il personale femminile all’interno del settore era praticamente inesistente. Essere donna in un settore così tipicamente maschile può avere due effetti: o suscitare subito una reazione positiva da parte del cliente uomo, oppure generare molta diffidenza. Per questo motivo è molto importante essere sempre aggiornati e studiare molto, specialmente la parte più tecnica. Dovevo sempre dimostrare di conoscere bene ciò che mi chiedevano, dimostrare di “essere sul pezzo”, cosa che invece mio marito non ha mai dovuto fare.
Alcuni progettisti, le prime volte in cui andavo a trovarli, mi mettevano alla prova, facendomi moltissime domande tecniche. Ho sempre agìto con molta umiltà: quando non conoscevo una cosa lo ammettevo e dicevo che mi sarei informata e avrei recuperato tutte le risposte di cui avevano bisogno. Poi pian piano ho studiato sempre di più e sono diventata sempre più autonoma nel mio lavoro, anche se in linea di massima preferisco seguire gli installatori e lasciare a mio marito la parte relativa ai termotecnici”.


3. Quali sono i maggiori ostacoli per una donna nel lavorare in un ambiente prettamente maschile e quale invece il valore aggiunto, le qualità che porta?

“L’ostacolo principale è quanto detto sopra: ossia il dover “dimostrare” la propria preparazione. Il valore aggiunto della donna è sicuramente il lato emotivo: noi donne sappiamo ascoltare gli altri molto di più rispetto agli uomini. Riusciamo a essere anche più gentili, comprensive ed empatiche e questo aiuta a gestire meglio un problema lavorativo quando si parla con degli interlocutori esterni. Ad esempio, nell’ultimo periodo abbiamo avuto ritardi nella consegna del materiale. Vedo che i clienti con me sono più gentili e hanno un atteggiamento più aperto; questo aiuta molto nella nostra attività”.


4. Quali sono stati i fattori che l’hanno portata ad affermarsi nel suo attuale ruolo lavorativo? Riello l’ha supportata nella sua crescita?

“Riello è un’azienda molto presente: organizza diversi corsi di formazione e questo mi permette di essere sempre aggiornata sui prodotti, sulle novità tecnologiche e sull’andamento del mercato.

Il supporto tecnico di Riello è molto elevato.

Oggi accanto ai molti corsi online, credo che si debbano fare ancora più incontri formativi in presenza per creare una squadra ancora più unita”.


5. Cosa possono fare le aziende come Riello per avvicinare le donne alle discipline STEM e a posti di lavoro tecnico-scientifici come quello da lei ricoperto?

“Secondo me sarebbe molto importante organizzare degli stage: dare l’opportunità alle ragazze che provengono dagli istituti tecnici, attraverso progetti di alternanza scuola-lavoro, di capire la realtà di un’azienda e le diverse opportunità che questa può offrire”.


6. Cosa consiglierebbe alle ragazze/giovani donne che vogliono occupare un ruolo tecnico/scientifico?

“Consiglio alle ragazze di non lasciarsi intimorire, di andare avanti, di affrontare gli ostacoli sempre con un sorriso e con molta umiltà. Di fronte alle difficoltà riuscire a saper fare un passo indietro, studiare e informarsi per poi continuare ad andare avanti. Il nostro lavoro è molto interessante e dinamico perché prevede tanto contatto con le persone e questo è molto stimolante”.